Mastoplastica Riduttiva Napoli
La mastoplastica riduttiva è un intervento atto a ridurre e dare una forma piacevole ad un seno spropositato in misura: la cosiddetta gigantomastia. La gigantomastia è una condizione patologica che può colpire il sesso femminile, quando presente la paziente presenta una serie di problematiche a partire da quelle di natura psicologica, fino a patologie ortopediche quali la scoliosi.
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CHI E’ LA CANDIDATA PER UNA MASTOPLASTICA RIDUTTIVA ?
La mastoplastica additiva è l’intervento più richiesto al mondo da parte delle pazienti di sesso femminile, e apparentemente può sembrare assurdo che una donna possa richiedere la riduzione chirurgica del proprio seno, tuttavia un seno spropositato di volume e forma, come anticipato, determina spesso e volentieri un discomfort di natura psicologica. E’ importante capire che non esiste una taglia eccessiva universalmente riconosciuta, quando si parla del volume del seno bisogna analizzarlo nell’economia dell’armonia corporale, ad esempio la proiezione del seno anteriormente deve essere pari alla proiezione dei glutei posteriormente, per conferire una silhouette armonica al corpo di una donna. Per tanto è facile capire come in una donna di 150 cm, con un torace stretto e filiforme, una taglia quinta di seno sicuramente apparirà spropositata, lo stesso seno se venisse posto sul torace di una donna di 175 cm, con corporatura robusta apparirebbe armonico e naturale. Tuttavia, oltre alle problematiche di natura psicologica, la gigantomastia può determinare condizioni di gran lunga peggiori, a partire da un appesantimento della colonna vertebrale, che alla lunga può dare problematiche ortopediche non trascurabili, oppure l’eccessivo peso delle mammelle può creare delle vere e proprie lesioni cutanee da parte delle spalline del reggiseno che tentano di sorreggere queste mammelle eccessivamente sviluppate, e via discorrendo.
LE CICATRICI DELLA MASTOPLASTICA RIDUTTIVA
Quando si parla di mastoplastica riduttiva il timore primario riscontrato dalle giovani donne che chiedono informazione su questo tipo di intervento sono 2: le cicatrici e la futura possibilità di allattare. Il trattamento chirurgico inevitabilmente comporta delle cicatrici a T rovesciata o “ad ancora”, sono così chiamate perché oltre ad una cicatrice che circonda interamente l’areola è presente una cicatrice verticale lungo il polo inferiore della mammella, ed una orizzontale lungo il solco sotto-mammario, queste due per l’appunto mimano una T alla rovescia o un’ancora da barca. Tuttavia va sottolineato che un intervento correttamente eseguito, evitando tensione sulle cicatrici post-operatorie, determinerà delle cicatrici stesse che nel tempo diventeranno praticamente impercettibili e che possono comunque essere trattate con una terapia laser a distanza di almeno 12-18 mesi dall’intervento.
DOPO UNA MASTOPLASTICA RIDUTTIVA POSSO ALLATTARE ?
Ciò che realmente deve interessare la paziente, e naturalmente il chirurgo, è la possibilità nel post-operatorio di mantenere intatta la funzione dell’allattamento. La presenza di questa funzione primaria nel post-operatorio dipende essenzialmente dalla tecnica chirurgica adottata. Nel caso fosse effettuata una tecnica con amputazione e reimpianto dei complessi areola capezzolo (CAC) (tecnica di Thorek) determinerà inevitabilmente l’impossibilità alla lattazione nel post-operatorio. Per tanto è molto importante che, pre-operatoriamente, chirurgo e paziente concordino il tipo di tecnica ed il risultato auspicato in base all’età della paziente ed ai suoi desideri futuri.
LE ASPETTATIVE DELLE PAZIENTI
Il desiderio principale della paziente affetta di gigantomastia, nel pre-operatorio, è eliminare questa massa deforme che ha segnato la propria adolescenza, per la quale la paziente ha subito appellativi poco carini, ma il chirurgo esperto sa bene che il suo compito non è effettuare un’amputazione delle mammelle, bensì creare, con le diverse tecniche chirurgiche esistenti, un bel cono mammario, armonico e naturale in base alla corporatura della paziente. Molto spesso è utile sfruttare parte del tessuto ghiandolare in eccesso come auto-potesi, ovvero ribaltarlo verso l’alto e fissarlo all’altezza della II-III costola, per conferire pienezza al polo superiore che alternativamente apparirà svuotato nel post-operatorio, quando l’edema post-chirurgico sarà andato via; di fatti, non infrequentemente, pazienti sottoposte ad interventi di mastoplastica riduttiva, deluse dal risultato raggiunto, a distanza di anni si sottopongono paradossalmente ad un intervento di mastoplastica additiva!
L’INTERVENTO DI MASTOPLASTICA RIDUTTIVA
L’intervento si presenta sicuramente più indaginoso rispetto alla classica mastoplastica additiva e richiede mani esperte, sopratutto perché questa procedura chirurgica prevede complicanze, come la necrosi del complesso areola capezzolo (CAC) che se sopraggiungessero, determinerebbero inevitabilmente delle sequele anti-estetiche. L’intervento ha una durata variabile di circa 90-150 minuti, questo dipende essenzialmente dall’entità della riduzione necessaria, tuttavia è comunque possibile effettuarlo in sedazione, senza necessità di anestesia generale, evitando per tanto la degenza notturna in clinica.
LA DEGENZA
Paradossalmente questo intervento è assolutamente privo di dolore post-operatorio a differenza di come si possa pensare, in quanto non viene minimamente intaccata la parete muscolare toracica, ma bisogna “semplicemente” lavorare su ghiandola e cute. Gli accessi chirurgici, in base alle scelte del chirurgo, possono essere chiusi con una sutura intradermica, ovvero senza la necessità di rimuovere suture a distanza nel post-operatorio, o con delle piccolissime suture (5/0 o 6/0) che verranno interrotte a distanza di circa 10-15 giorni, e che andranno via da se nei giorni a seguire. Unica “nota dolente” del post operatorio, a differenza degli altri interventi di chirurgia mammaria, è (a volte) la necessità di una terapia, non solo a base di compresse da assumere per bocca, caratterizzata da punture di eparina per prevenire eventuali problemi di trombosi. Tuttavia queste punture vanno fatte domiciliarmente dal paziente stesso, sulla pancia, senza particolari difficoltà e/o dolore.
LA RIPRESA
Molto, molto importante sarà la gestione post-operatoria delle cicatrici residue, le quali inizialmente (per circa il primo mese) saranno trattate con delle creme cicatrizzanti, a seguire (per circa due mesi) con delle creme anti-cheloidee, e successivamente bisognerà massaggiarle energicamente (per altri 2 mesi circa) per “rompere” letteralmente il cordone cicatriziale formato dall’organismo. Tutto ciò permetterà a distanza di circa un anno di ottenere cicatrici assolutamente accettabili e spesso impercettibili.
Se vuoi saperne di più sulla mastoplastica riduttiva vieni a trovarci a Napoli c/o Viale Maria Cristina di Savoia, 26 (Villa Germana-Clinica Ruesch), 80122, dove opera il Prof. Raffaele Rauso, oppure puoi contattarci al numero di telefono: 340.70.41.839