Chirurgo plastico Napoli: Prof. Raffaele Rauso vi da il benvenuto.

RINOPLASTICA

L'intervento per cambiare l'aspetto del naso.

Rinoplastica Napoli

La rinoplastica è un intervento chirurgico atto a modificare l’aspetto esterno del naso e/o risolvere problematiche di natura respiratoria.  L’intervento chirurgico prevede necessariamente un’attenta valutazione pre-operatoria da parte del chirurgo, il quale dovrà valutare attentamente le strutture osteo-cartilaginee, nonché lo spessore cutaneo, per poter valutare in maniera obiettiva i risultati estetici raggiungibili.

CHI E’ CANDIDATO ALLA RINOPLASTICA ?

Tutti coloro i quali soffrono di problematiche respiratorie, legate ad esempio alla deviazione del setto o all’ipertrofia dei turbinati; oppure semplicemente per migliorare l’estetica del proprio naso. Un dorso eccessivamente pronunciato, oppure una punta larga, possono alterare in modo determinante l’intera estetica facciale; un piccolo ritocco delle imperfezioni del proprio naso possono ottimizzare l’armonia estetica facciale già esistente.

IN COSA CONSISTE LA RINOPLASTICA

Essenzialmente l’intervento chirurgico mira ad una ristrutturazione dell’impalcatura osteo-cartilaginea che sorregge il naso, senza andare a rimodellare la cute in superficie che successivamente si adatterà alla nuova struttura costruita chirurgicamente; in poche parole è come se andassimo a lavorare sull’impalcatura di un tendone da circo, e successivamente il tendone (che rappresenta la cute) si adagerà sulla nuova struttura.

COME SI FA L’INTERVENTO

Le tecniche di rinoplastica possono essenzialmente essere suddivise in 2: open o aperta, e closed o chiusa. La tecnica chiusa è quella che prevede degli accessi chirurgici esclusivamente all’interno della muscosa nasale, che per tanto saranno assolutamente invisibili; la tecnica open prevede un taglio di pochi millimetri sulla columella (la struttura alla base del naso), il quale permetterà agevolmente di effettuare il cosiddetto “degloving” del naso, ovvero il naso viene spogliato del suo involucro cutaneo. Questo taglio microscopico, però, a distanza di 1 mese è già praticamente impercettibile. La tecnica open apparentemente sembrerebbe più aggressiva, tuttavia è importante sottolineare che la visibilità chirurgica che conferisce questa tecnica permette all’operatore un trattamento chirurgico molto più estensivo. Questa tecnica si presta particolarmente al trattamento dei difetti del setto e della punta, ma sopratutto all’inserimento di innesti cartilaginei, per rimodellare minuziosamente le strutture nasali. Dalla sua invece, la tecnica chiusa, si presenta particolarmente utile e mini-invasiva nei casi in cui bisogna trattare esclusivamente il dorso e la punta del naso.

DURANTE LA RINOPLASTICA COSA POSSO TRATTARE ?

Come anticipato, durante l’intervento di rinoplastica è possibile, contestualmente, trattare problematiche di natura respiratoria, legate ad esempio a deviazioni del setto nasale o alterazioni a carico dei turbinati; alterazioni a carico di queste strutture possono associarsi e dare alterazioni respiratorie che spesso costringono il paziente a respirare solo con la bocca a causa degli impedimenti nasali. In questi casi è essenziale effettuare una TAC del massiccio-facciale nel pre-operatorio per valutare l’anatomia distorta da correggere.

CHE ANESTESIA SI FA ?

L’intervento chirurgico va fatto in anestesia generale nel caso in cui si debba trattare contestualmente sia la porzione estetica che quella funzionale del naso, perché in questi casi le vie aeree sono “occupate” dal chirurgo e l’anestesista in caso di emergenza non avrebbe la possibilità di lavorare su un campo libero. Al contrario, quando bisogna trattare esclusivamente il dorso nasale e/o la punta è possibile intervenire con una sedazione anestesiologica.

IL POST-OPERATORIO DELL’INTERVENTO CHIRURGICO

Nel caso in cui, chirurgicamente viene trattato esclusivamente il dorso e la punta, nel post-operatorio non sarà necessario inserire dei tamponi nelle cavità nasali; al contrario, quando viene trattato il setto e/o i turbinati, è necessario inserire dei tamponi per evitare sanguinamenti post-operatori, tuttavia i tamponi vengono lasciati in loco solo 24-48 ore e personalmente utilizzo delle garze iodoformiche, in modo tale che la loro rimozione è del tutto atraumatica e indolore. Al termine dell’intervento chirurgico viene applicato un gessetto connettivo sul dorso nasale, il quale dovrà rimanere in loco per almeno 5-7 giorni, dopodiché verrà sostituito da sterile strip (cerotti chirurgici) che rimarranno in loco per un tempo variabile di 7-10 giorni. Nel caso sia stata effettuata la tecnica open, dopo 4 giorni dall’intervento verranno rimosse le suture alla base del naso (sulla columella), nel caso fosse effettuata una tecnica chiusa non è necessario rimuovere le suture sulla mucosa, nei casi in cui vengano messe.

LA DEGENZA DOPO LA RINOPLASTICA

In una percentuale del 40% circa, nei primi 3 giorni post-operatori, il paziente sviluppa dei lividi attorno agli occhi, che generalmente scompaiono a distanza di 7-10 giorni. Appena rimossi i cerotti nasali, a circa 2 settimane dall’intervento, il naso apparirà già ben conformato, tuttavia si presenterà gonfio e duro, questa condizione persisterà per diversi mesi; in linea di massima se viene utilizzata la cosiddetta tecnica chiusa, il naso tornerà morbido in circa 6 mesi, con la tecnica open è richiesto un periodo più lungo, circa 9 mesi. A differenza di come creduto dai molti, questo intervento è assolutamente indolore, il fastidio maggiore è rappresentato dalle ecchimosi e dal gonfiore attorno agli occhi che si sviluppa nei primi 3 giorni post-operatori; proprio per contrastare questo fenomeno è molto utile che il paziente dorma in posizione semi-seduta per le prime 2 notti post-operatorie e che alterni l’applicazione di ghiaccio protetto sull’area trattata.

LA RINOPLASTICA SECONDARIA

Tutto cambia nel momento in cui è necessario reintervenire per correggere un risultato insoddisfacente, in questi casi parliamo di rinoplastica secondaria se è il secondo intervento, terziaria se è il terzo e così via. I reinserenti al naso si presentano sempre particolarmente impegnativi per il chirurgo, la cicatrice interna sotto-cutanea creata dal o dagli interventi precedenti, crea difficoltà nella dissezione e sopratutto è fondamentale sapere il tipo di intervento che è stato effettuato nel primo tempo chirurgico, questo per valutare se la quantità di impalcatura osteo-cartilaginea lasciata dal primo chirurgo sia a sufficienza per ricostruire il tutto, oppure, se il chirurgo è stato particolarmente aggressivo, e per tanto sarà necessario reclutare tessuto cartilagineo da sedi differenti di quella nasale. Uno dei siti donatori maggiormente utilizzati è la cartilagine della conca dell’orecchio, quest’ultima è presente in abbondanza e la sua rimozione, effettuata generalmente con un taglio dietro l’orecchio, non lascia alcuna sequela estetica. Nel caso di rinoplastiche terziarie o oltre, quando anche le cartilagini auricolari non bastano, allora si procederà all’allestimento di cartilagine prelevata dalle costole, in questo caso purtroppo esiterà una cicatrice sul torace, generalmente all’altezza del solco sotto-mammario (infatti spesso si sfrutta questo accesso per effettuare contestualmente una mastoplastica additiva).

IL NASO ED IL PROFILO

Quando si pensa ad un intervento correttivo del profilo nasale, il chirurgo esperto sa bene che il naso non va visto come entità assestante, ma va guardato nell’economia dell’estetica facciale, per tanto è importante valutare in lateralità del paziente se vi fosse la necessità di aumentare o diminuire la proiezione del mento dando luogo alla cosiddetta “profiloplastica”.

 
VIDEO INTERVENTO DI RINOPLASTICA

 

I PROBLAMI RESPIRATORI

La rinoplastica non infrequentemente viene eseguita anche per correggere disturbi respiratori; traumi sportivi, incidenti stradali o deformità congenite sono tra le principali cause di deficit della funzione respiratoria. Di frequente è possibile riconoscere un paziente con disturbi respiratori per la tendenza a respirare con la bocca piuttosto che con il naso; poco a che vedere con i disturbi respiratori invece è il russamento notturno, troppo spesso additato dai pazienti come una conseguenza delle anomalie respiratorie presenti. Le principali cause del russamento notturno vanno cercate non nel naso ma bensì nelle vie aeree poste più posteriormente, parliamo quindi di palato molle, conformazione del palato duro, ampiezza dello spazio aereo tra la base della lingua e la parete anteriore del faringe, deformità scheletriche facciali (come ad esempio la II classe denti-scheletrica sec Angle), etc. Tra le principali e più comuni condizioni anatomiche che determinano alterazioni a carico della respirazione indubbiamente troviamo la deviazione del setto nasale. Il setto nasale è una lamina cartilaginea che teoricamente decorre lungo la linea mediana del naso e suddivide il naso stesso in 2 porzioni uguali; tutto questo però è solo teoria, visto che, per natura, il corpo umano non è rappresentato da due metà speculari, ma bensì da due metà che si assomigliano. Per tanto, alla luce di quanto esposto, il setto nasale non deve essere precisamente posizionato al centro del naso, dividendolo a metà, ma almeno deve garantire uno spazio sufficientemente aperto, dalle narici in poi, per far passare l’aria e garantire la corretta respirazione.

Nel caso in cui il setto nasale deviasse eccessivamente a destra o a sinistra, oltre ad una problematica estetica di “naso torto”, volgarmente chiamato “naso storto”, naturalmente si configurerebbe un quadro di deficit respiratorio. In questo casi, inevitabilmente, bisogna ricorrere alla chirurgia in quanto non esistono metodiche non invasive che portano ad un miglioramento della funzione respiratoria. L’intervento naturalmente mira a ripristinare una corretta morfologia del setto nasale, in questo modo ci sarà spazio all’interno delle narici per far transitare aria, tuttavia la correzione chirurgica delle deviazioni del setto nasale non è una condizione agevolmente eseguibile per alcune caratteristiche tipiche della cartilagine. La cartilagine è una struttura anatomica che ha una “memoria”, pensiamo ad esempio alla cartilagine delle orecchie, se noi manipoliamo in diverso modo le orecchie vediamo che la forma di queste ultime si modifica temporaneamente, ma appena finisce il trauma “manuale” ecco le orecchie tornare della loro forma originale; questo ci fa capire che la memoria cartilaginea ha una notevole valenza anche estetica!

In base a queste considerazioni è facile intuire come il ripristino di una morfologia del setto nasale “più o meno” lungo l’asse mediano non è cosa semplice. Generalmente è possibile andare a rimuovere chirurgicamente quella porzione di cartilagine più deviata che crea un ostacolo respiratorio e, successivamente dopo opportuno rimodellamento, utilizzare questi frammenti di cartilagine rimossi come innesti liberi, in modo da stabilizzare maggiormente la nuova forma che abbiamo dato al setto nasale; ma naturalmente queste modifiche funzionali rispecchieranno anche modifiche estetiche a carico del naso in toto. Una corretta valutazione pre-operatoria della posizione del setto nasale è di fondamentale importanza proprio per garantire al paziente un risultato estetico ottimale e per non lasciare nulla al caso; basti pensare che le deviazioni del setto non sono omogenee lungo tutto il loro percorso, a volte un naso apparentemente dritto e con la gobba nasconde una grossa deviazione alla base del naso stesso, proprio in questi casi, se non fosse stata eseguita una corretta valutazione pre-operatoria, preferibilmente previo l’ausilio di una TAC del massiccio facciale o del naso e dei seni paranasali, il post operatorio potrebbe essere caratterizzato da un naso senza ala vecchia gobba ma con una “nuova” deviazione nasale fortemente antiestetica; questi sono i casi delle deviazioni velate dal gibbo nasale. Vien da se che, in base a quanto esposto, la valutazione soggettiva del paziente, dei difetti che vorrebbe eliminare, non può assolutamente essere “la guida all’intervento da eseguire”; solo uno specialista può capire pre-operatoriamente i problemi celati “sotto il naso” da operare.

Tuttavia le deviazioni del setto nasale molto spesso non sono sole, ovvero sono accompagnate da altre problematiche come ad esempio l’ipertrofia dei turbinati nasali. I turbinati nasali sono delle piccole escrescenze ossee, situate all’interno delle fosse nasali, bilateralmente, nel numero di 3 per lato; proprio per questo i turbinati vengono suddivisi in: superiore, intermedio, inferiore. I turbinati sono ricoperti da una mucosa e la funzione principale dei turbinati è quella di creare delle turbolenze al flusso aeree che penetra durante la fisiologica manovra della respirazione (fase inspirativa). Quando è presente una deviazione del setto nasale, in una altissima percentuale dei casi è associata una alterazione a carico dei turbinati nasali, sia in senso ipertrofico (ovvero che aumentano di volume), che in senso atrofico (ovvero che diminuiscono di volume), questo perché il nostro organismo è in costante mutazione in base a ciò che lo circonda. Quando è presente una deviazione del setto nasale, generalmente, una narice risulta con un ridotto flusso aereo (quella ove il setto nasale è deviato), mentre quella controlaterale presenterà un aumentato flusso aereo proprio perché il setto è deviato dall’altro lato; per compensare questo “squilibrio” di flusso aereo l’organismo crea una ipotrofia della mucosa che ricopre i turbinati dal lato del setto deviato, proprio per garantire un maggior afflusso di aria, mentre controlateralmente crea un’ipertrofia della muscosa dei turbinati per ridurre l’eccessivo ingresso di aria e creare le fisiologiche turbolenze aeree necessarie per una corretta respirazione.

Tuttavia, questo compenso del nostro organismo non sempre è in grado di correggere le capacità respiratorie, anzi: dal lato ove è presente la deviazione l’ipotrofia dei turbinati non risolve il deficit respiratorio, mentre dal lato ove c’è l’ipertrofia il paziente perde capacità respiratorie anche li! Proprio in virtù di questi “meccanismi di compenso” il paziente spesso si trova ad avere una respirazione totalmente assente. Da quanto esposto è facilmente comprensibile come un corretto trattamento di un deficit respiratorio legato ad una deviazione del setto nasale non può prescindere dal trattamento dei turbinati nasali. Ad ogni modo è bene anche sottolineare che non bisogna essere molto aggressivi chirurgicamente e rimuovere totalmente un turbinato eventualmente ipertrofico, questi ultimi sono necessari per creare le fisiologiche turbolenze dei flussi aerei inspiratori; il trattamento migliore in assoluto non esiste, ma una corretta rimozione della mucosa in eccesso (quella che si è ipersviluppata per ridurre l’eccessivo flusso di aria in entrata), eventualmente associata ad una piccola riduzione della componente ossea del turbinato stesso, risulta risolutiva nella stragrande maggioranza dei casi.

Dal lato ove il turbinato si è “rimpicciolito” invece non sarà necessario far nulla, questo semplicemente perché una volta correttamente posizionato in asse il setto nasale e ristabilitosi il corretto flusso aereo bilateralmente, la mucosa del turbinato nasale ipotrofico tenderà a riassumente autonomamente, nel tempo, la sua consona conformazione. Come ridurre il gonfiore ed i lividi dovuti ad un intervento di rinoplastica. La rinoplastica, come è ben noto, è un intervento invasivo, in cui il chirurgo plastico deve fronteggiare delle alterazioni ossee del massiccio facciale e per tanto effettua dei tagli sulle ossa del volto (noti come osteotomie) per dare una forma esteticamente valida e naturale al “nuovo naso”; naturalmente queste manovre chirurgiche creano un trauma al quale l’organismo del paziente reagisce attivando un processo infiammatorio caratterizzato da gonfiore e lividi (ecchimosi). Numerose sono le tecniche intra operatorie adottate dal chirurgo plastico, nonché dall’anestesista (abbassando la pressione del sangue, somministrando cortisone, etc), per ridurre il gonfiore post operatorio, tuttavia l’utilizzo di apposite apparecchiature post operatorie è l’unico, reale, metodo per ridurre o addirittura eliminarlo totalmente.

Nella fattispecie, dopo una rinoplastica, ma in realtà dopo qualsiasi intervento di chirurgia plastica facciale, è possibile applicare un apparecchio, di dimensioni molto contenute, che crea un vero e proprio campo elettrico elettromagnetico. Questo piccolo apparecchio che rimarrà in loco solo per i primi quattro giorni post operatori, grazie al campo magnetico generato, impedisce lo sviluppo del processo infiammatorio (l’infiammazione dopo un intervento si sviluppa totalmente in 56 ore, ecco perché i primi giorni post operatori il paziente tende a gonfiarsi progressivamente!) ed accelerando la risoluzione di quello già formatosi. In questo modo, grazie all’applicazione per soli 4 giorni di questo piccolo presidio elettromedicale i pazienti potranno ottenere l’enorme beneficio di una degenza ridotta anche dopo interventi invasivi come la rinoplastica.

Qualche foto di questo intervento

Ecco alcune foto del prima e dopo di questo intervento di chirurgia plastica estetica. E’ possibile visualizzare l’intera galleria di foto cliccando il seguente link qui di seguito (guarda la galleria)

Correzione Setto Nasale Frontale
Correzione Setto Nasale Frontale
Correzione Gibbo Nasale
Correzione Gibbo Nasale
Correzione Deviazione Setto Nasale Laterale
Correzione Deviazione Setto Nasale Laterale
Correzione Deviane Setto Nasale
Correzione Deviane Setto Nasale

 
Se vuoi saperne di più sulla rinoplastica vieni a trovarci a Napoli c/o Viale Maria Cristina di Savoia, 26 (Villa Germana-Clinica Ruesch), 80122, dove opera il Prof. Raffaele Rauso, oppure puoi contattarci al numero di telefono: 340.70.41.839
 
CONTATTA IL PROF. RAUSO RAFFAELE

Valutazioni pre-visita con videochiamata

Date le numerose richieste da ogni parte d’Italia e d’Europa, a partire da Settembre sarà possibile prenotare una valutazione pre-visita con videochiamata.

Per info sui costi della prenotazione della valutazione pre visita con videochiamata e/o prenotazioni chiamare o scrivere via whatsapp durante gli orari di ufficio allo 340.70.41.839

Hai bisogno di assistenza? Clicca qui e parla con noi
 Presto il consenso al trattamento dei miei dati personali per gestire la richiesta di contatto. Leggi l'informativa