Inserimento Protesi Mammarie
Un grande dilemma che spesso affligge le ragazze che desiderano sottoporsi ad un intervento di mastoplastica additiva è: dove verranno posizionate le protesi?
In linea di principio esistono due aree anatomiche dove le protesi mammarie possono essere alloggiate dopo che il chirurgo avrà creato una tasca idonea: la loggia sotto ghiandolare e quella sotto muscolare. La loggia sotto ghiandolare è assolutamente più semplice da allestire secondo un profilo meramente chirurgico, l’intervento ha un post operatorio molto più rapido rispetto alla mstoplastica additiva sotto muscolare ma può portare, con una discreta frequenza, risultati poco naturali e non duraturi nel tempo, vediamo perchè:
Le donne che desiderano aumentare il volume del proprio seno sono affette da ipoplasia mammaria, ovvero un deficit di sviluppo della ghiandola mammaria oppure un deficit di volume indotto dopo la gravidanza e/o la lattazione; quando viene inserita una protesi allo scopo unico di aumentare il volume del seno è evidente che il chirurgo dovrà introdurre un volume sufficientemente ampio da garantire il corretto esito dell’intervento. Molto spesso, nei casi di ghiandola mammaria poco sviluppata o ridottasi per la lattazione, vengono inserite protesi di volume pari almeno a 3 o 4 volte il volume della ghiandola mammaria esistente, vien da se che una parte della protesi non verrà ricoperta dalla ghiandola (che è piccola, altrimenti perché fare l’intervento?!?) ma bensì dalla pelle e basta, sopratutto nella porzione più alta, nonché in quella più bassa, delle mammelle: questa è la spiegazione del perché in alcuni casi i risultati della mastoplastica additiva sembrano “due palle” posizionate in mezzo al torace! E’ più che intuitivo capire che se viene introdotta una protesi di volume maggiore della ghiandola che dovrebbe ricoprirla di conseguenza l’effetto sarà del tutto innaturale!
In virtù di quanto esposto appare chiaro come l’inserimento di una protesi in una loggia retro muscolare possa garantire una maggior copertura della protesi stessa e di conseguenza conferire un risultato estremamente naturale. Ad ogni modo, nel caso in cui fosse richiesto un aumento volumetrico di piccole dimensioni, su di una donna con la ghiandola mammaria già ben sviluppata, l’introduzione di una protesi più piccola rispetto alla ghiandola stessa già presente può garantire un risultato molto naturale.
Un altro punto molto importante per la corretta programmazione del collocamento delle protesi negli interventi di mastoplastica additiva deve inevitabilmente tener conto che la ghiandola mammaria ha un compito ben definito, ovvero produrre il latte per alimentare un eventuale figlio; il latte prodotto dalla ghiandola fuoriesce grazie ad un sistema di “canali” presenti all’interno della mammella che fanno confluire il latte verso il capezzolo; come il latte può fuoriuscire, d’altra parte anche un eventuale germe o batterio, attraverso il capezzolo per via retrograda, può entrare nella ghiandola mammaria e, nel caso fosse presente una protesi, naturalmente andare a colonizzare il corpo estraneo presente (la protesi), predisponendo per un’infezione o per la contrattura capsulare. Al contrario, nel caso le protesi fossero state inserite in una tasca sotto muscolare, il muscolo stesso creerebbe una barriera naturale tra la ghiandola (un tessuto potenzialmente contaminabile da batteri per via retrograda attraverso il capezzolo) e lo spazio retro muscolare, che di conseguenza impedirebbe, o quanto meno renderebbe più raro, lo sviluppo di un’infezione.
Non per ultimo, dopo i 40 anni le donne dovrebbero iniziare lo screening per il cancro al seno effettuando delle mammografie annuali; la mammografia è un’indagine diagnostica che si effettua comprimendo la ghiandola mammaria attraverso due pannelli. E’ facile comprendere come una protesi allocata dietro la ghiandola mammaria, ma senza nulla che la separi da quest’ultima, possa, almeno in parte, inficiare sulla qualità del reperto radiologico. Nel caso di una protesi posizionata sotto muscolare invece, queste problematiche non compaiono perché la protesi è separata dalla ghiandola grazie all’interposizione del muscolo gran pettorale.
Se vuoi saperne di più sull’inserimento delle protesi mammarie vieni a trovarci a Napoli c/o Viale Maria Cristina di Savoia, 26 (Villa Germana-Clinica Ruesch), 80122, dove opera il Prof. Raffaele Rauso, oppure puoi contattarci al numero di telefono: 340.70.41.839
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