Chirurgo plastico Napoli: Prof. Raffaele Rauso vi da il benvenuto.

Se un tempo gli individui tatuati venivano guardati con sospetto a causa delle connotazioni negative che i disegni permanenti avevano sulla pelle (in galera i reclusi erano e sono soliti “segnarsi” il corpo in modo permanente con aghi e inchiostro di china), oggi il tatuaggio è un vanto e viene sfoggiato senza imbarazzo. Negli anni si è passati da tatuaggi di piccole dimensioni a disegni in grado di ricoprire intere parti del corpo, ad esempio gamba intera, braccio intero e schiena.

 

La facilità con cui è possibile farsi decorare il corpo in modo definitivo fa sì che in molti decidano di tatuarsi senza avere meditato a lungo sulle conseguenze che tale gesto comporta. Sono infatti in aumento i casi di pazienti che chiedono la possibilità di rimuovere un disegno che mal si concilia con tutto il resto. Magari si tratta di un nome, una scritta o comunque di un simbolo che non ci appartiene più e che rimanda ad un momento del passato in cui si era “altro” rispetto ad oggi. Non solo: chi desidera intraprendere un certo tipo di carriera (ad esempio nell’arma dei carabinieri, in finanza) sa che tatuaggi e piercing non sono consentiti.

 

Non è così semplice disfarsi un tatuaggio, in verità. Il buon esito della rimozione dipende da molti fattori, tra i quali il tipo di pigmento utilizzato (ad esempio giallo e verde sono quasi impossibili da far sparire), il colore della pelle, l’età stessa del tatuaggio. Ovviamente più è grande il tatuaggio, più tempo occorre per farlo svanire. Oggi è possibile avvalersi della tecnologia laser per depigmentare un disegno sulla pelle. Si tratta di un processo che richiede diverse sedute (non si può prevederne la quantità esatta) e non è del tutto indolore né a buon mercato.

 

Una notizia di qualche mese fa, però, parla di una rivoluzionaria scoperta di un giovane scienziato canadese, il quale avrebbe individuato una sostanza in grado di “mangiare” letteralmente le cellule che hanno assorbito l’inchiostro. La crema in questione, ora in fase di sperimentazione, rappresenterebbe una vera rivoluzione per tutti i pentiti del tatuaggio.

 

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