Molte donne, stando alle statistiche, risentono della patologia della mammella tuberosa. Si tratta di una malformazione della ghiandola mammaria che ne inibisce la regolare crescita.
Il seno tuberoso presenta delle caratteristiche specifiche già in età adolescenziale: forma a cono, areola grande e base stretta. Si definisce tuberoso proprio per la forma simile ad un tubero. Nonostante la struttura non sia compromettente da un punto di vista funzionale, per esigenze estetiche, spesso, si ricorre alla chirurgia risolvendone il disagio.
Per l’intervento è previsto l’utilizzo di una protesi avente al suo interno gel coesivo, permettendo quindi un abbassamento del solco mammario e si corregge la proiezione. Nello specifico, si agisce attraverso riposizionamento e riduzione del complesso areola capezzolo e recisione dei legamenti di Cooper. L’intervento può presentarsi talvolta con procedura più articolata: pensiamo per esempio al caso in cui si riscontri anche la presenza di asimmetria mammaria.
Potrebbe accadere, previa valutazione del chirurgo, che l’intervento preveda due fasi: espansione polo inferiore della mammella e rimodellamento della ghiandola e introduzione della protesi.
Non trattandosi di mastoplastica additiva l’intervento per seno tuberoso prevede un rimodellamento più complesso, ma nella maggior parte dei casi, per una stima di circa l’85%, non è necessario sottoporsi a due sedute in sala operatoria.
Infatti, sulla base della statistica, l’intervento chirurgico può esaurirsi anche in meno di due ore. Nonostante la complessità dell’intervento, il risultato è da ritenersi soddisfacente per le pazienti, considerando sempre fondamentale, affidarsi a mani esperte e ad un’attenta valutazione pre-operatoria.
Per ulteriori informazioni sulla mammella tuberosa a Napoli potete rivolgervi al Prof. Rauso Raffaele.