Chirurgo plastico Napoli: Prof. Raffaele Rauso vi da il benvenuto.

Perché a volte un trattamento di medicina estetica con filler può portare ai “nuovi mostri”?

Durante i miei consulti quotidiani una delle prime raccomandazioni che mi vengono fatte dalle pazienti che si apprestano a fare i primi “ritocchini” è: “Dottore, io non vorrei diventare come tutte quelle maschere che si vedono in giro”.

Come dare torto a tale raccomandazione, oramai non c’é più la necessità di accendere la TV per vedere labbra o zigomi gonfiati a dismisura, basta semplicemente andare a fare la spesa al supermercato sotto casa!

Il problema reale é rappresentato spesso dall’utilizzo di questi device iniettabili (i filler) da parte di personale medico che non ha una reale conoscenza dell’anatomia del volto e/o della fisiopatologia dell’invecchiamento; infatti in Italia per effettuare l’infiltrazione di un filler basta esser laureato in medicina e chirurgia; di conseguenza colleghi che non hanno mai lavorato nell’estetica e/o anti-aging si “buttano” letteralmente in questo campo pensando che possa essere semplice e remunerativo. Cosa differente per la tossina botulinica (Botox®) che in teoria (molto in teoria) potrebbe essere venduta soltanto a degli specialisti (Chirurghi Plastici, Maxillo-Facciali, ORL, Oculisti, Dermatologi).

Ma tornando al problema dei “canotti” dovuti al l’infiltrazione dei filler, questo é strettamente legato all’ignoranza sul processo di aging (invecchiamento) facciale.
Col passare del tempo la cute ed il sottocute vanno incontro ad un processo di disidratazione; il sottocute in particolar modo é fortemente rappresentato da adipe (grasso), che a sua volta é prevalentemente rappresentato da acqua e acidi grassi. In regione zigomatica e geniena (nelle guancie) sono presenti fisiologicamente dei cuscinetti adiposi, che andando incontro a questo processo di disidratazione non sono più in grado di sorreggere la cute sovrastante, di conseguenza abbiamo la ptosi (la caduta) dei tessuti, e quindi la comparsa delle rughe (in primis le naso-labiali, ovvero quelle attorno alla bocca ed al naso), nonché lo svuotamento delle regioni zigomatiche e geniene.

Se ci troviamo dinanzi ad una fase iniziale di invecchiamento, l’utilizzo dei filler é di validissimo ausilio, il problema si presenta quando lo svuotamento é eccessivo e la cute, di conseguenza, cede verso il basso. In questi casi il concetto non é “più si gonfia più si tira su”, ma é avere la capacità di capire quando é il caso di associare ai filler un mini-lifting che possa rimuovere la cute in eccesso e riposizionare i tessuti nel modo più naturale possibile. In conclusione, non sono i filler a dare dei risultati mostruosi, ma é il loro utilizzo quando non ci sono le indicazioni a dare dei risultati, a dir poco, sgradevoli.

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