La bellissima showgirl argentina Belen Rodriguez, moglie del ballerino partenopeo Stefano Di Martino (concorrente dell’edizione 2012 di amici di Maria De Filippi) è diventata negli ultimi anni anni il modello di bellezza cui molte donne si ispirano. In particolare pare che nel capoluogo campano (a Napoli, per chi non lo sapesse) una donna su due richieda al chirurgo plastico di sottoporsi a gluteoplastica per ottenere un lato B proprio come quello della showgirl argentina.
Capita spesso che vip e personaggi dello spettacolo vengano presi a modello dal loro pubblico, a volte in modo maniacale ed estremo, come nel caso di Nadya Suleman, la donna ossessionata a tal punto dall’attrice Angelina Jolie, la quale oltre ad essersi rifatta labbra e zigomi per somigliare al suo idolo, si è sottoposta ad una fecondazione in vitro portando a termine una gravidanza plurigemellare e dando alla luce ben 8 figli.
Tralasciando i casi estremi come quello poc’anzi descritto, non vi è nulla di sbagliato nell’ambire ad un modello di bellezza incarnato da altri. Il punto è un altro: in che misura un particolare anatomico che tanto ci piace in un’altra persona si adatta a quelle che sono fisionomia e struttura in nostro possesso? Voler rivedere il proprio aspetto o un particolare di esso è un’esigenza del tutto plausibile, ma va tenuto in conto che è l’armonia del tutto che conferisce gradevolezza all’aspetto, pertanto non è detto che il naso di Nicole Kidman, seppur molto gradevole, si addica al nostro volto.
Ma vediamo quali sono, se esistono criteri univoci per determinarli, i parametri da rispettare per ottenere un aspetto armonioso. Una ricerca dell’Università della California di San Diego e dell’Università di Toronto, pubblicata sulla rivista Vision Research e redatta dagli autorevoli National Institutes of Health e American Psychological Association sostiene che ciò che rende un volto bello e affascinante è la posizione degli elementi di un volto, che devono essere in un rapporto particolare gli uni con gli altri (ovvero, la distanza tra occhi e bocca deve essere il 36% della lunghezza totale del volto, mentre la distanza orizzontale tra gli occhi deve essere il 46% dell’ampiezza del volto). Già i greci avevano individuato il cosiddetto “rapporto aureo” per determinare i canoni della bellezza femminile, questo oltre 2500 anni fa. Sebbene il gusto sia soggetto a cambiamenti di era in era, si può affermare che generalmente un viso che corrisponde a determinate regolarità viene percepito come più affascinante. Ma è proprio un particolare “fuori canone” a rendere un volto unico e a conferirgli particolarità.