Repentini cambiamenti di peso, il naturale processo di invecchiamento e spesso anche l’ereditarietà sono le principali cause delle cosiddette “ali di pipistrello”. Con queste espressione si fa riferimento a braccia prive di tonicità cutanea e spesso anche caratterizzate da un rilevante accumulo di tessuto adiposo. Il solo esercizio fisico costante e la sana alimentazione, non sempre sono la soluzione adatta per risolvere l’inestetismo; a volte l’unica possibilità di dire addio alle ali di pipistrello è la brachioplastica, nota anche come lifitng delle braccia.
L’intervento infatti consente di ridurre sia gli accumuli adiposi che cutanei dalle braccia, provvedendo quindi ad un rimodellamento che consente di riacquisire una armonia e naturalità del loro aspetto.
Come per un intervento di lifting del viso, anche per le braccia sono necessarie incisioni estese, in questo caso, in lunghezza orizzontalmente. Più nello specifico, esistono diverse tecniche di intervento, stabilite in seduta di consulto in relazione allo stato dell’inestetismo brachiale della paziente.
Difatti, in caso di mini-brachioplastica il chirurgo effettua una incisione entro il cavo ascellare che consente di “stirare” i tessuti asportando quelli in eccesso. Per una brachioplastica completa invece, in condizioni di evidente quantità di tessuti in esubero, l’incisione si estende fino ai gomiti.
A tal proposito, frequente timore per i pazienti intenzionati a sottoporsi all’intervento, è la visibilità, a distanza di tempo, degli esiti cicatriziali, difficili per la loro posizione da coprire. In realtà, grazie all’utilizzo di creme idratanti e cicatrizzanti specifiche è possibile ottenere una perfetta guarigione delle cicatrici, che solo nei primi mesi dopo la brachioplastica, risulteranno rosse e infiammate per poi progredire verso un miglioramento. L’impercettibilità definitiva delle suture sarà effettiva dopo circa 12-18 mesi dall’intervento a seconda della loro estensione.
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